mercoledì 14 maggio 2008

Travaglio presidente

C'è un equivoco di fondo dal quale una parte rilevante dei nostri concittadini non riesce a uscire: con i mattinali di questura, genuini o meno, non si fa politica.
Questa non è una affermazione "etica", è una semplice constatazione.
Le rivelazioni a scoppio ritardato, le indagini artatatamente pubblicizzate, il protagonismo di alcuni magistrati di dubbio valore sono fenomeni di costume, non sono politica e non creano il consenso duraturo che è necessario per costruire una proposta politica.
Sarà un caso, ma tra i principali difensori di questo modo di concepire il dibattito politico troviamo il partito personale di un ex magistrato che ha legato le sue (discutibili) fortune a un giustizialismo di maniera e un novello tribuno della plebe milionario che stacca biglietti tra i partecipanti ai suoi comizi.
Credo che l'unica via d'uscita sia quella di nominare Marco Travaglio leader dell'opposizione, della lotta di liberazione antiberlusconiana.
Sotto le sue insegne, in compagnia di Santoro, Dario Fo, Pancho Pardi e degli altri volenterosi tutori della moralità repubblicana si andrà allo scontro finale, armati di sentenze, intercettazioni, ordinanze, rinvii a giudizio.
L'ordalia che decreterà la fine di ogni residua proposta democratica e riformista in Italia consegnerà il Paese agli Eredi Berlusconi per i prossimi cinquanta anni.

Nessun commento: