mercoledì 3 luglio 2013

F35: perché sì.

La spesa pubblica italiana è in gran parte spesa corrente. Gli investimenti rappresentano una parte residuale. La spesa corrente è spesa quotidiana, gli investimenti sono spesa che tornerà sotto forma di redditi futuri, maggiore sviluppo più infrastrutture. La bassa spesa per infrastrutture rende vulnerabile e meno competitivo il Paese. Nel campo della difesa, la spesa per gli F35 (e per i nuovi sommergibili)  è spesa per investimenti in infrastrutture di difesa, le uniche che possono garantire nel medio lungo periodo il raggiungimento dell'obiettivo. Rinunciare all'investimento per pagare gli stipendi all'amministrazione della difesa sarebbe l'ennesima occasione persa.

domenica 16 gennaio 2011

Mirafiori: per Repubblica schiacciante vittoria dei no.

Quel 54% di sì che esce dalle urne di Mirafiori parla di una vittoria sofferta. In quei no, dice Paolo Griseri su Repubblica di oggi16 gennaio 2011, c’è la saggezza delle tute blu. Se non ci fosse stato il voto degli impiegati (FIOM: Federazione Impiegati Operai Metallurgici), il sì avrebbe vinto ancora, ma di poco… praticamente avrebbe perso! Ma forse, a ben vedere, il sì ha perso, e ha vinto il no. Anzi, il no ha stravinto, come ci ricorda Paolo Griseri a pagina 12, in catena di montaggio dove in no sono stati addirittura il 53%!

E qui anche il lettore di Repubblica più tenace viene colto dal dubbio: con il 54% di sì c’è una vittoria sofferta, ma con il 53% di no si stravince! Come è possibile? Poi il dubbio svanisce, perché Eugenio Scalfari in persona, a pagina 31, ci chiarisce che la vera porcata non è la legge elettorale di Calderoli, ma l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori.

giovedì 28 ottobre 2010

Il grado zero

Mi sembra che dalle (non sempre ineccepibili) parole di Maurizio Landini sia venuto fuori in questi giorni il minimo comune denominatore di uno schieramento progressista e laburista: non è possibile che chi lavora sia povero, e se c'è una società che permette questo, bisogna cambiarla.
Su questo punto bisognerebbe misurarsi, e credo che i consensi non macherebbero di arrivare.

lunedì 11 ottobre 2010

Bombardare il quartier generale

L'amato leader ha individuato nel proprio partito (il PreDeLlino) la ragione delle difficoltà che il Governo sta attraversando.
Si conferma il più maoista dei Presidenti del Consiglio dall'unità ad oggi: bombardare il quartier generale.

venerdì 6 agosto 2010

interessi USA

Natalia Aspesi oggi (6 agosto) su Repubblica: Obama interessato a Vendola. Clinton sarebbe stato più interessato a Frisullo.

giovedì 5 agosto 2010

Cambiare valuta in Sardegna: mission impossible

Recatomi alla filiale della Banca di Credito sardo di viale Aldo Moro, a Olbia, venivo reso edotto da una impiegata che la mia banca (Banca Intesa) non ha più sportelli sull’isola, essendo divenuta a tutti gli effetti Banca di Credito sardo. Conseguentemente, le uniche operazioni che potevo effettuare sul mio conto erano prelievo e versamento. Non potevo quindi acquistare valuta estera (sterline) se non in contanti e pagando una doppia commissione. Peraltro le sterline sarebbero state disponibili tra tre settimane perché la filiale non aveva disponibilità di questa rara divisa estera. Alla mia richiesta di contattare telefonicamente le altre filiali per verificare l’eventuale disponibilità l’esterrefatta signora rispondeva sdegnata che non era assolutamente possibile, potendomi direttamente recare presso le suddette filiali.
Non ho sufficienti conoscenze storiche, né voglia, per ricostruire il tempo necessario ad un suddito del regno, cento anni fa, per dotarsi dell’equivalente di 500 euro in sterline, ma sono portato a credere che non ci volessero tre settimane.
Per la cronaca, la filiale del Monte dei Paschi, distante non più di cento metri dal Credito sardo, pur sprovvista di sterline si è offerta di verificare la disponibilità di valuta presso le diverse filiali e di comunicarmela telefonicamente: a volte è sufficiente un impiegato diligente per fare la differenza da due campioni del credito nazionale.

sabato 29 maggio 2010

Ogni tempo ha il suo fascismo

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti. (Primo Levi) Primo Levi